Lo staff di FILUM intervista Mena Renzi, merlettaia, autrice di libri sul merletto e delegata per Napoli e Caserta dell’Associazione “Cuore di Maglia”. Mena Renzi che cercherà di venirci a trovare a Roma durante la fiera, è depositaria di una grande competenza soprattutto nell’ambito del Tombolo (o Merletto) Napoletano che lei stessa ci racconta.
Mena, ti aspettiamo a Roma!
Per tutti coloro che desiderano mettersi in contatto con lei:
SITO di Mena Renzi: http://www.tomboloealtro.it/
FB: https://www.facebook.com/mena.renzi/about
IG: https://www.instagram.com/tomboloealtro/
SITO dell’Associazione “Cuore di Maglia”: Cuore di Maglia
Sei una merlettaia, perché? Come è nato questo interesse? Ti occupi anche altre attività manuali tipo il ricamo, il cucito, etc…?
Sono una merlettaia per una smisurata passione e per le coincidenze della vita. Ho frequentato le scuole elementari e medie nel Canton Zurigo in Svizzera, dove nell’orario scolastico era previsto l’insegnamento alle ragazze delle arti manuali come l’uncinetto, la maglia, il ricamo e il cucito. Pertanto, i primi passi nel mondo del tombolo li ho fatti in Svizzera usando il materiale che metteva a disposizione la scuola. Successivamente, ritornata in Italia all’età di 15 anni, ho dovuto tralasciare questa passione sia per vicissitudini personali che per mancanza dell’attrezzatura necessaria. Stabilitami a Pozzuoli nel 1985, ho scoperto che nella zona flegrea il merletto a tombolo ha origini antiche. In particolare, già alla fine del ‘500 a Pozzuoli e nell’isola d’Ischia si producevano dei merletti a fuselli di foggia rustica e Cesare Vecellio nel suo libro “Degli abiti antichi e moderni di diverse parti del mondo” (Venezia 1590), riferendosi all’abbigliamento delle donne di Ischia scrisse : “… Portano alcune vesti di tela di lino sottile, lunghe fino a terra, con maniche assai larghe attorno alle quali sono attaccati alcuni merletti di refe sottilissimo.”
Tuttavia, solo nel 1997, quando i miei figli hanno iniziato a frequentare la scuola, mi si è presentata l’occasione di riprendere i fuselli grazie ad una zia di mio marito che coltiva questa passione, in particolar modo per il pizzo canturino. La zia mi insegnava quello che sapeva e si recava periodicamente a Cantù da una Maestra che visionava i miei lavori e mi incoraggiava a continuare ed a migliorarmi. In seguito ho frequentato numerosi corsi tenuti da varie maestre ed in particolare ho frequentato l’Accademia del merletto di Cantù, ove la sig.ra Tagliabue mi ha indirizzato al recupero, alla valorizzazione ed all’insegnamento del merletto napoletano di cui si erano praticamente perse le tracce.
Da circa 10 anni, oltre al merletto a fuselli, mi dedico alla maglia o lavorazione a ferri ed in particolare alla realizzazione di capi destinati ad avvolgere e coccolare i piccolini che hanno fretta di nascere e che devono, per cause di forza maggiore, trascorrere del tempo nelle TIN (terapie intensive neonatali). Infatti sono la Delegata per la provincia di Napoli e Caserta dell’Associazione CUORE DI MAGLIA che si occupa di fornire capi per sostenere e favorire la CARE (il protocollo di cura e accudimento che contribuisce allo sviluppo dei piccoli e facilita le relazioni genitoriali nell’ambiente alieno della terapia intensiva neonatale) coordinando le volontarie che realizzano i capi e consegnandoli in più reparti delle province di cui sono Delegata.
Parlaci di te, cosa fai?
E’ necessario premettere che le nuove generazioni avevano quasi perso i ricordi e le tracce della lavorazione di un merletto a fuselli nel napoletano che i primi cenni storici fanno risalire addirittura al ‘500. Tali ricordi sono riaffiorati nel 2009 quando fu scoperto per caso che c’erano, dimenticati nei meandri della biblioteca reale di Torino, alcuni disegni per merletto a fuselli (“piombini” come li chiamavano all’epoca) disegnati da Gioacchino Toma per le lavoratrici di Napoli e dedicati a questa meravigliosa città. Questo eccezionale ritrovamento, unitamente alla passione per il merletto ed all’incitamento della direttrice dell’Accademia del merletto di Cantù, ci ha dato una spinta EMOTIVA a studiare, approfondire e far conoscere non solo in Italia, ma nel mondo intero, i merletti che realizziamo su questi disegni. Nel gennaio 2011 abbiamo fondato a Pozzuoli l’associazione culturale “Tombolo napoletano” già iscritta nel registro delle associazioni riconosciute dalla Regione Campania e dall’ottobre 2022 iscritta al RUNTS essendo in regola con tutte le normative vigenti relative alle associazioni ed al Terzo Settore. L’associazione si occupa dell’insegnamento e della divulgazione del merletto napoletano in Italia e nel mondo partecipando a eventi nazionali ed internazionali che si occupano di quest’arte e pubblicando il lavoro di riqualificazione che stiamo facendo su questi disegni (in particolare realizzando gli angoli che nell’800 non venivano disegnati, rispettando rigorosamente i disegni originali). Ad oggi sono stati completati e pubblicati due volumi corredati da fotografie, mentre il terzo è in corso di ultimazione.
Sappiamo che esiste un tipo di merletto che si chiama “Tombolo Napoletano”, cosa ha di diverso dagli altri tipi? Qual è la sua specificità?
Il Merletto Napoletano si contraddistingue per i materiali di lavorazione (seta e oro) ed è caratterizzato dai disegni su cui vengono eseguiti i merletti. Tali disegni furono realizzati da Gioacchino Toma nell’800 proprio per la città di Napoli e furono talmente amati e voluti dall’artista che sono menzionati sulla sua lapide nel cimitero di Napoli. Le affiliate alla nostra Associazione eseguono i lavori in seta rigorosamente italiana e filato metalizzato oro riprendendo l’antica tradizione del merletto napoletano. Infatti, le tracce storiche rinvenute hanno permesso di rilevare che nell’800 nel Regno di Napoli le donne, ed in particolare le donne del reale Albergo dei Poveri delle Suore del Conservatorio del Santo Spirito, realizzavano i merletti in seta e oro oltre che in filo di lino e di cotone.
Proporresti ad un/una giovane di avvicinarsi al mondo del merletto? Perché?
Non v’è dubbio che proporrei ai giovani di avvicinarsi al mondo del merletto perché il merletto, così come più in generale le attività manuali, favorisce la creatività, la socializzazione, l’integrazione e la collaborazione. Altra fondamentale motivazione è poi quella di conservare il nostro patrimonio culturale. Infine, non sono da sottovalutare le opportunità di lavoro che il merletto offre.
Nella nostra fiera stiamo portando avanti un dibattito: il merletto (o il mondo che ci ruota intorno) può offrire qualche opportunità professionale oppure è soltanto una tradizione culturale da salvaguardare? Qual è la tua opinione?
Imparare ad eseguire il merletto napoletano offre anche opportunità per l’inserimento nel mondo del lavoro. Molti stilisti di fama nazionale ed internazionale hanno chiesto la collaborazione di merlettai/e per adornare i propri abiti. Si ricordi ad esempio la maison DIOR che ha fatto eseguire, rigorosamente a mano, merletti a fuselli per rifinire gli abiti della collezione Cruise 2021 presentata a Lecce.
Abbiamo riscontrato che quasi tutti/e i/le merlettai/ie amano i raduni, ci piacerebbe ascoltare la tua opinione: a te piacciono? Perché?
A mio avviso il confronto, sia nel merletto che nella vita, rappresenta uno stimolo alla crescita. Pertanto i raduni, configurando un’occasione di confronto, sono eventi senz’altro da promuovere e sostenere. Tuttavia, diversamente dai raduni cui ho avuto modo di partecipare all’estero, in Italia tali eventi non sono sufficientemente sostenuti e promossi dalle Istituzioni al fine di favorire uno scambio culturale e chi cerca di organizzarli, per sostenere i costi di una location dove tenere il raduno è costretto a inserirli in altri eventi come ad esempio le fiere.