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Intervista a Intrecci d'Incanto (Loriana Luccioli)

FILUM intervista i suoi espositori: Intrecci d’Incanto

Lo staff di FILUM intervista Intrecci d’Incanto: Loriana Luccioli ci racconta la sua storia d’amore con il tombolo e delle sue attività.

Loriana ci ha detto “chiacchiero troppo”! Invece non è vero, ascoltarla parlare della sua passione è stato talmente bello che non ci saremmo fermate mai! Grazie!

Se volete restare in contatto con Loriana e il suo gruppo, andatela a trovare nel meravigliosa cornice del Museo di Tarquinia oppure seguitele su FB: https://www.facebook.com/profile.php?id=100066298223661 (Intrecci d’Incanto)

 

INTERVISTA

FILUM: Sei una merlettaia, cosa ti ha portato a questa passione?

Fin da piccola ero appassionata a tutte le arti (che chiamano arti femminili): il cucito, il ricamo, l’uncinetto, i ferri, le attività manuali. Quando ero ragazzina mi piaceva anche disegnare, ma poi ho preferito il ricamo e poi man mano le altre cose che sono cresciute con me. Quando però ho scoperto il tombolo è stata una passione proprio travolgente. Purtroppo l’ho imparato tardi perché non trovavo nessuno che potesse insegnarmelo, mi servivano almeno le prime basi perché è difficile cominciare da sola. In realtà trovai una signora che faceva Tombolo qui a Tarquinia e andai da lei a chiederle se poteva insegnarmi e lei si rifiutò, mi disse: “No, mi dispiace, hai 40 anni, è troppo tardi!”. Qualche anno dopo mia figlia fece amicizia con una ragazza di un paese qui vicino dove tanti lavoravano al tombolo. Quindi io a 50 anni ho iniziato a lavorare in tombolo e adesso dopo più di 20 ancora lavoro al Tombolo!

 

FILUM: e quella signora che ti aveva detto che non avresti potuto imparare?

Be, mi sono tolta il sassolino dalla scarpa. Dopo diversi anni, facemmo una mostra qui a Tarquinia, venne la nuora di questa signora e mi fece tanti complimenti era impressionata da alcuni lavori e io glielo dissi: “Tua suocera non ha voluto insegnarmi perché diceva che non avrei potuto imparare, ma io adesso ho aperto addirittura una scuola, io insegno a tutti!” Persone così non amano quello che fanno, sono avide e vogliono tenere il loro sapere solo per loro. Non è bello.

 

Quindi oggi insegni? Parlaci della tua scuola.

Sì, ho aperto una scuola e mi hanno assegnato un posto nel museo della ceramica di Tarquinia, è un posto molto bello e sono felice di quest’ambiente perché sono appassionata di arte e sono circondata dalla bellezza. Ci sono stagioni in cui ho tanti allievi, altre in cui c’è solo una persona, ma a me non importa, mi piace stare qui e insegnare.

 

Diresti che il merletto è un’arte che possono imparare tutti? Maschi, femmine, grandi e piccoli?

Decisamente sì. Più si impara da piccoli e meglio è, perché i bambini hanno una grande manualità e molta creatività, e maschi o femmine… ho avuto allievi di una scuola media, i maschi erano bravissimi e molto più motivati e concentrati delle femmine!

 

C’è un dibattito interno a FILUM: merletto solo tradizione da salvaguardare o anche opportunità di lavoro? Cosa dici tu?

Il merletto può offrire lavoro, in un grande atelier in un abito di una certa importanza, il merletto artigianale dà un’altra importanza. Poi ci sta il settore del gioiello, molti giovani si appassionano a questa lavorazione. Anche qui, se riesci ad entrare in una produzione e vendita, puoi costruire una professione. Per esempio: porterò poche cose alla mostra perché sono in vendita all’estero dove lavora mio figlio. E’ vero che è tradizione e cultura, ma anche opportunità. Ovviamente non ti devi chiudere nel tuo guscio, devi evolvere il tuo modo di lavorare e di pensare alle cose da fare. Io ho avuto un’allieva che lei voleva fare solo centrini, va bene se lo fai per te, ma non puoi pensare che il lavoro può esistere solo su alcuni pezzi.

Voglio dire una cosa che mi ha detto un antiquario che ho conosciuto: i pezzi devono essere usati, non devono stare chiusi in un cassetto! Devono vivere!

 

Siamo felici di proporre in fiera il raduno delle merlettaie e dei merlettai: cosa pensi dei raduni? E delle fiere? Sono utili?

Sono importanti e interessanti. Il primo raduno a cui sono stata è stato a Bellaria, ero all’inizio. Poi sono stata più volte a Zagarolo, a Bolsena (Bolsena Ricama), venivano da diverse parti d’Europa. E’ bello perché si vedono altre tecniche, si lavora tutti insieme e sono importanti per lo scambio personale.